Nel cuore del borgo di Stia, incastonato nel Parco delle Foreste Casentinesi, abbiamo avuto il privilegio di visitare la fabbrica del panno casentinese TACS, un luogo che racconta secoli di tradizione artigianale e innovazione. Qui, il famoso tessuto autoctono, il panno del Casentino, prende vita attraverso antiche tecniche di produzione che affondano le radici nel Rinascimento.
Un tuffo nella storia del panno del casentino
Il panno del Casentino, caratterizzato da una tessitura compatta e resistente, era storicamente utilizzato dai pastori e dai contadini locali per proteggersi dal freddo pungente delle vallate toscane. Grazie alle sue qualità isolanti e alla particolare lavorazione, che lo rendeva resistente e caldo, il panno divenne presto un simbolo di questa zona affascinante e selvaggia.
Nel corso dei secoli, il panno casentinese è passato dalle spalle dei pastori alle passerelle della moda, senza mai perdere il suo legame con la terra da cui proviene. Uno degli esempi più celebri è il famoso cappottino rosso di Audrey Hepburn indossato nel film “Colazione da Tiffany”, che ha fatto del panno casentinese un’icona di stile internazionale. Ancora oggi, la fabbrica TACS produce artigianalmente questo tessuto, mantenendo viva la tradizione e combinando la storia con un design contemporaneo.
La nostra visita alla fabbrica TACS
Entrando nella fabbrica TACS, ci siamo subito immersi nell’atmosfera autentica e vibrante di un’arte manifatturiera che, nonostante le sfide del tempo, continua a prosperare. Qui, il panno casentinese è ancora realizzato a mano, rispettando i processi di lavorazione originali che lo hanno reso famoso. Durante la nostra visita, abbiamo scoperto come questo tessuto, noto per la sua caratteristica arricciatura superficiale, viene tinto in colori vivaci, tra cui i tipici arancione e verde, oggi i più richiesti.
La passione e la cura per i dettagli sono evidenti in ogni fase della produzione. Abbiamo assistito ai vari processi di lavorazione, dalla preparazione della lana alla tessitura finale, e abbiamo potuto vedere da vicino come, nonostante l’avanzare delle tecnologie, la mano dell’artigiano rimanga fondamentale per mantenere l’eccellenza del prodotto.
Tradizione e innovazione
Oltre a mantenere viva la tradizione, TACS sta cercando di avvicinare le giovani generazioni a questo mondo antico. Nuove iniziative e progetti creativi puntano a coinvolgere i giovani artigiani e designer, combinando la storicità del panno casentinese con nuove interpretazioni e usi moderni. È un bellissimo esempio di come una piccola, resiliente realtà locale possa non solo sopravvivere, ma anche prosperare in un contesto globale, rimanendo fedele alle proprie radici.
Il panno casentinese nel mondo
Oltre ad Audrey Hepburn, molti altri personaggi famosi e stilisti di tutto il mondo hanno riconosciuto la qualità e l’eleganza del panno casentinese. Il suo uso, un tempo limitato ai mantelli e ai capi per proteggersi dal freddo, si è oggi esteso alla moda, all’arredamento e persino all’arte contemporanea.
Visitare la fabbrica TACS non è solo un’occasione per scoprire uno dei simboli più iconici del Casentino, ma anche per riflettere sull’importanza di sostenere l’artigianato locale e su come la tradizione possa convivere con l’innovazione.
Come visitare la fabbrica TACS
Per chi volesse vivere in prima persona l’esperienza di scoprire le radici di questo tessuto straordinario, consigliamo di visitare la fabbrica TACS a Stia. Maggiori dettagli sulla visita, orari di apertura e indicazioni per raggiungere la fabbrica sono disponibili sulla recensione di Google Maps cliccando qui.
Il nostro consiglio è di non lasciarsi sfuggire l’occasione di toccare con mano la storia del panno casentinese, immergendosi in un mondo dove tradizione e maestria si fondono in un prodotto che, da secoli, racconta l’identità di un territorio unico.