Al Kunstmuseum di Basilia è possibile ammirare per la prima volta oltre seicento opere di Kara Walker, l’agguerrita e controversa artista afroamericana, nata in California alla fine degli anni ’60.

Tratte dal suo archivio personale degli ultimi 30 anni, le opere sono esposte insieme a nuovissimi disegni che affrontano tematiche contemporanee a lei care,  come il lascito politico e sociale di Barack Obama.

Tra gli artisti contemporanei di più alto profilo degli Stati Uniti, Kara Walker combina tecniche creative tradizionali con una straordinaria finezza tecnica al fine di creare opere provocatorie che affrontano la storia, le relazioni razziali, i ruoli di genere, la sessualità e la violenza. Non viene proposta una visione conciliante del passato, bensì si vuole stimolare lo spettatore a mettere in discussione narrazioni consolidate e miti radicati.

L’artista è spietata nell’analisi dei conflitti e dei mali sociali. Richiamando anche la cornice del movimento Black Lives Matter, l’opera di Walker affronta in modo diretto alcuni dei problemi più importanti di oggi.

Kara Walker diventa famosa a metà degli anni ’90 realizzando sagome nere su sfondo bianco. Nell’inverno 2019/2020 fa scalpore la sua scultura monumentale (anticolonialista) Fons Americanus al Tate Modern di Londra. Eppure, disegnare su carta (in questo richiamando una tradizione del primo rinascimento) rimane un elemento essenziale della pratica creativa della californiana.

Piccoli schizzi, studi, collage e opere di grande formato meticolosamente rifinite appaiono accanto ad appunti diaristici, riflessioni dattiloscritte su schede e diari di sogni. L’intimità grafica di ogni singolo foglio contrasta con la stupefacente abbondanza delle opere a vista: zoomando avanti e indietro, lo spettatore diventa effettivamente un testimone oculare della genesi dell’arte di Walker, osservandola mentre mette in scena il suo pensiero sulla carta e inventa, adatta e trasforma figure e narrazioni.

Molto di quanto esposto non è stato creato per essere mostrato al pubblico (lo si nota perfettamente), in quanto troppo intimo o provocatorio oppure semplicemente tagliato da precedenti mostre. Questi ultimi aspetti rendono la mostra elettrizzante e piena di sorprese: si guarda negli intimi recessi di una mente artistica estremamente fertile e originale, senza entrare più di tanto nel merito dei contenuti (a volte estremistici).

Rispetto alle eleganti silhouette panoramiche, i disegni hanno un’aria di spontaneità e emozione non filtrata. Molti di essi sono stati eseguiti con il pennello, che conferisce loro una fluidità e dinamica aperta.

Esaminare la propria identità – come artista, donna di colore e madre – Kara Walker sonda sia la sua dimensione personale che le sue implicazioni sociali nel contesto di eventi attuali. Quest’ultimo aspetto è prominente in quattro sensazionali ritratti di ruolo che ha creato per la mostra che riflette sulla presidenza e l’eredità di Barack Obama. La presentazione comprende anche il lavoro in 38 parti The Gross Clinician Presents: Pater Gravidam, esamina con domande relative all’ispirazione e alla creatività, nonché alle tradizioni nella grafica arte che sono riccamente rappresentate nella collezione di stampe e disegni del museo.

Kara Walker al Kunst Museum di Basilea silhouette
Kara Walker al Kunst Museum di Basilea_ Silhouette

Un catalogo  illustrato con contributi dell’artista, Anita Haldemann, Aria Dean e Maurice Berger è stato pubblicato da JRP Editions (ISBN 978-3-03764-558-1).

La mostra, prodotta dal Kunstmuseum Basel, si sposterà nell’autunno del 2021 presso il museo Schirn Kunsthalle, Francoforte sul Meno, in Germania, e poi nel 2022 al De Pont Museum, Tilburg, nei Paesi Bassi.

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