Antibes a piedi: 24 posti da visitare

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Antibes è una deliziosa cittadina sulla riviera francese tra Cannes e Nizza. Per la città si possono visitare tutti i gioielli che nasconde: 24 posti da raggiungere a piedi con cartina alla mano.

1. STRADA « SAINT SÉBASTIEN »

Questa strada è diventata la principale via commerciale del centro con ristoranti, gallerie d’arte e di decorazione e ateliers d’arte. Il cuore del villaggio è alla fine della strada Saint Sébastien, subito dopo il Musée d’Histoire et de Céramique Biotoises (Museo di Storia e della Ceramica di Biot).

2. MUSEO DI STORIA E DELLA CERAMICA DI BIOT

Questo museo, installato nell’antica cappella dei Pénitents Blancs (Penitenti Bianchi) del XVI secolo, è dedicato al passato storico e artis- tico di Biot, alla sua terracotta, alle sue giare e al passaggio dei Templari. Vi è anche ricostruita una cucina tradizionale di Biot del XIX secolo.

3. PIAZZA DELLA CAPPELLA

Qui, una volta, si trovava la cappella dei Pénitents Blancs (secolo XVI) parzial-mente distrutta nel 1933 per la creazione della fermata per i pullman Biot-Antibes. Si possono notare ancora oggi il campanile triangolare, la pietra datata anno 1612 sulla facciata e « L’involo », sta- tua di Kees Verkade, artista olandese installatosi a Biot.

4. PRENDETE A DESTRA LA STRADA « DU PORTUGON »

La strada svolta a sinistra. Alla fine, arrivate alla Calade des Migraniers (Calado, parola Provenzale per strada lastricata in discesa ; Migra- niers, melograni) che dovrete percorrere.

5. A DESTRA, IL « CUL DE SAC »

Strada senza uscita ben nominata, chiusa secondo la tecnica della «casa-mura» (una casa inclusa nella cinta muraria). Davanti a voi, si vede una giara di Biot (XVIII secolo).

 

6. AL ANGOLO « CUL DE SAC » E DELLA « CALADE DES MIGRANIERS »

A qualche metro d’altezza sulla facciata, si trova una pietra intagliata. Nel suo centro, la Croce dei Templari e a sinistra la lettera greca tau (T) (oggi T) chiamata la Croce di Sant’Antonio. Si trova ubicata in un luogo insolito, probabilmente perché faceva parte dell’antica cappella di Sant’Antonio, oggi sparita.

7. LA PORTE DES MIGRANIERS

Scendete la Calade des Migraniers. La casa al n°1 risale al 1561. Più giù, la Porte des Migraniers, costruita nel 1566. Tre porte davano accesso al villaggio: la porta detta di sant’Antonio (oggi scomparsa), la Porte des Tines (tini; 1565) e la porta detta dei Migraniers (1566).

8. SEGUIRE LA SEGNALETICA « PORTE DES TINES »

Prendete la rue de Regouaro (in provenzale, Regoula è uno scivo- lone, un crollo). Proseguite a destra attraverso la rue Sous Balcon (via Sotto Balcone) seguendo la freccia per la Porte des Tines.

9. LEÏ CROÛTONS

In cima a questa strada, potete ammirare la prospettiva del vicolo coperto Leï Croûtons (croto significa «volta» in provenzale).

10. PORTE DES TINES

Passate a destra sotto la volta verso la Porte des Tines e osservate i cardini sigil-lati nei pilastri, ciascuno fornito di un buco per alloggiare l’estremità della barra che chiudeva la porta. Una delle caratteristiche del paese è la presenza di muri altissimi che ne sottolineano i differenti livelli. 

11. IL LAVATOIO, L’ACQUA È UN BENE PREZIOSO E RARO

Potete ammirare anche il lavatoio, utilizzato ancora adesso, e la meridiana che porta la scritta Sine Sole Sileo (Senza Sole Taccio). Per po- ter garantire la fornitura d’acqua necessaria alle colture è stato necessa- rio mettere a punto delle tecniche per individuare le sorgenti, in modo da attingere l’acqua e immagazzinarla.

12. UNA PRODUZIONE ANCESTRALE DELLA TERRACOTTA « BIOT, PATRIA DELLA GIARA »

A partire dal XVI secolo, Biot era già famoso per essere un importante centro di produzione di giare, grazie anche alla vicina presenza di ottimi giacimenti di argilla da terracotta. Lo sviluppo dell’industria delle giare di Biot è strettamente legato alla coltivazione su larga scala dell’olivo e alla produzione di olio. I recipienti di terracotta servivano anche per immagazzinare e trasportare farina, verdure, frutta secca e altre derrate alimentari. 

Antibes a piedi

13. LE CHEMIN DE RONDE

Risalendo la rue des Tines notate in alto a sinistra un balcone semicir- colare, mentre risalendo la rue des Tines e andando a destra ammirate un angolo molto pittoresco chiamato Rondon (cammino di ronda), con una singolare antica scalinata semi-arcata che vi porterà al primo piano. Conti- nuate risalendo la rue des Tines.

14. VISTA SULLE « VIGNASSES »

Andate a destra in direzione della Place Marius Auzias (scienziato di Biot), una volta cosiddetta de l’Airette (piccola piazza). Da qui, si gode di una bella vista delle Vignasses (terreno di vigne), colline di ori- gine vulcanica, e delle colline des Aspres (rocce dure) con i loro i terreni a terrazza, sostenuti da muri di pietra, che permettono l’agricoltura.

15. CROCE DI MALTA

Proseguendo il vostro cammino verso il balcone sporgente (piat- taforma panoramica), troverete al n° 6 della rue de l’Airette una pietra scolpita datata 1664, la Croce di Malta con otto punte, il profilo di un cavaliere e al centro un cuore con lo stemma Iesus Hominum Salvator (IHS ; Gesù Cristo salvatore degli uomini).

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16. ORME DELLA STORIA E MERIDIANA

Sulla facciata della rue des Tines, di fronte alla piattaforma pano- ramica al secondo piano, un’altra pietra scolpita porta lo stesso stemma IHS. Davanti a voi, una meridiana sovrastata dal suo motto provenzale Lou soulèu luse per toutèi (Il sole brilla per tutti). Dal balcone, si è a strapiombo sulle Combes (vallata stretta e profonda) e sulle Vignasses.

17. « RUE SOUS BARRI »

Una roccia tipicamente locale disposta come una suola sotto il villaggio caratte-rizza Biot. Si tratta di arenaria grossolana, contenente sabbia e resti di conchiglie cementate fra loro, chiamata molassa (tufo). La parte di roccia che affiora, con colori che vanno dal giallo ocra al grigio-beige, si presenta in strati sottili e rego-lari e culmina a un’altezza di 65 metri. 

18. STRADA DELLE VOLTE

Entrate nella rue des Orfèvres (via degli Orefici) e alla fine della strada avrete sulla sinistra una bella vista del vicolo Leï Croûtons. Salite i gradini per arrivare alla rue de la Poissonnerie (via della Pescheria) e girate a sinistra.

19. PIETRA INCISA

Nella rue de la Poissonnerie, sulla porta n°10, si trova una pietra incisa e l’iscrizione IHS.

20. « PLACE DE LA CATASTROPHE »

Prendete la rue de la Vieille Boucherie (via dell’Antica Macelle- ria) e arrivate alla Place de la Catastrophe (Piazza della Catastrofe) dove tre case crollarono la sera del 12 giugno 1898, durante una cena di comunione. Dall’estratto del Petit Journal, fine giugno 1898: «Questa domenica 12 giugno 1898, una terribile catastrofe ha gettato nel lutto il nostro paese…».

21. IL RIPOPOLAMENTO DI BIOT

Ritornate alla rue de la Poissonnerie. A sinistra, trovate la rue Sé- voule, l’unica strada che porta ancora il nome originale di una famiglia che ripopolò Biot nel 1470. Il ripopolamento di Biot alla fine del Me- dioevo è un periodo di problemi per tutta la Provenza: peste nera nel 1348 e guerra civile per la successione della regina Jeanne nel 1382. 

22. LA PIAZZA « DES ARCADES »

Siete alla Place aux Arcades, situata al centro del primo castrum di Biot. È circondata da due portici di forme originali, a tutto sesto e a ogiva, stile che si ritrova in numerosi borghi liguri e provenzali. Il lato nord comporta sei archi e alcune arcate risalgono certamente ai seco- li XIII e XIV. Successivamente, esse vennero rimaneggiate parecchie volte. 

23. LA CHIESA « SAINTE MARIE-MADELEINE »

La chiesa Sainte Marie Madeleine, considerata monumento sto- rico, venne ricostruita nel XV secolo insieme al villaggio sulle rovine dell’antica chiesa romanica del XII secolo, a sua volta probabilmente edificata su un santuario romano. La costruzione fu compiuta solo nel 1535, data dell’apertura della seconda porta, diventata poi entrata principale. La peculiarità di questa chiesa è che possiede due campanili e due entrate. Fino al XV secolo, l’entrata si trovava a sud, con un primo campanile. Poi la chiesa fu rimaneggiata dai templari.

24. IL PIAZZALE DELLA CHIESA « SAINTE MARIE-MADELEINE »

Davanti alla chiesa e per un largo tratto della Place aux Arcades, possia- mo ammirare un esempio di quella che viene definita la tecnica dell’ac- ciottolato. Questa tecnica, probabilmente di origini italiane, permette la creazione di un mosaico primitivo formato da ciottoli piatti posati sulla loro faccia piatta. Raccolti sulla spiaggia vicina, i ciottoli venivano selezionati con cura in base alle dimensioni e al colore secondo l’effetto desiderato, passando dal grigio al rosso attraverso tutte le sfumature intermedie. 

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