La nuova offerta turistica della Slovenia è il Glampyarding e le storie della gente dei Villaggi Aperti.

Borut Leban e il vino dalle anfore

Una fuga al villaggio, dove nei vigneti, nei frutteti e negli oliveti che abbracciano i borghi, ronzano trattori con attacchi più moderni, i rami e i germogli vengono delicatamente accarezzati e curati con attenzione dai proprietari durante la stagione di crescita, sembra un’ottima idea. Una decisione per rilassarsi, respirare in armonia e prendersi tempo per sé stessi.

Nel villaggio, i bambini conoscono i vecchi giochi insegnati dai loro bisnonni e la sera si possono ascoltare canzoni dai libri dei cantici di centinaia d’anni fa. La domenica pomeriggio è riservata agli uomini per gli incontri di gioco a carte nella locanda del villaggio e le donne non vedono l’ora di fare una visita alle amiche per condividere ricette di torte bevendo un buon caffè, per apprendere nuovi segreti dell’arte del cucito e per ascoltare le novità che hanno segnato la settimana.

Il vino matura nelle cantine, i formaggi nelle dispense, il miele negli alveari e l’olio d’oliva in contenitori di vetro che in cambio di un’attenta cura, offrono ogni anno una diversa nobiltà di sapori. Al soffio della Bora maturano i salumi casalinghi, tra i quali regna il buonissimo prosciutto. Agli abitanti piace affettarlo per gli amici e servirlo con il pane fatto in casa e un bicchiere di vino giovane. Tutto è sano e pieno di sapore. E tutto è in vendita. Alla degustazione oppure dopo, con un acquisto online, quando a casa prendono vita i ricordi di una vacanza indimenticabile.

Questa è la vita nei nostri villaggi.

Avete mai pensato a come sarebbe passeggiare per il frutteto, assaggiare l’olio d’oliva fatto in casa, il pane fatto con farina macinata in un mulino casalingo, assaggiare i salumi, conoscere la storia delle Alessandrine e riviverla in un modo del tutto originale, percorrendo i bellissimi sentieri della Valle del Vipacco e del Carso, degustare vino da un’anfora e concludere la giornata in una bella casetta nel cosiddetto glampyarding? Nel comodo letto di un Minimaxi superbamente attrezzato, sotto il cielo stellato che adorna la notte chiara, e nel tranquillo abbraccio del villaggio, ondeggerete dolcemente in un sonno curativo.

Tutto questo offre il glampyarding – un offerta turistica nella campagna, completamente nuova.

Una delle storie che potete conoscere nei “Villaggi aperti” è il percorso di Borut Leban e del suo vino nelle anfore.

Fin da piccoli, Borut Leban e suo padre Vili, hanno imparato i segreti per fare un buon vino. Da uomo d’affari, dopo diversi anni di lontananza dalla natura, ha deciso di fare di nuovo qualcosa per la sua anima e ha iniziato a creare il proprio vino. Entra nei Villaggi aperti con una storia speciale: quella del vino nelle anfore, iniziata ben dieci anni fa. “Vorrei presentare all’ospite che ci visita il mio modo di pensare e di approcciarmi alla viticoltura e al vino. Voglio che conosca vini che maturano in modo completamente naturale e possono essere migliori e anche più sani dei vini prodotti con l’aiuto di composti enologici”, parla Leban di una visione completamente diversa per i “vini arancioni“ che stanno maturando nella sua cantina già in quattro anfore.

All’estero i “vini arancioni”, caratterizzati da macerazioni prolungate delle uve, sono molto apprezzati, ma nel nostro Paese sono conosciuti e compresi solo da pochi. “Negli ultimi anni sono arrivati sul mercato molti vini macerati e il grande pubblico, che non è sufficientemente preparato, si è burlato di loro. Anche per questo il mio obiettivo è produrre e presentare un vino sano e buono senza difetti. E posso dire con tranquillità, che ci sto riuscendo”.

La produzione di vini in anfore non è una storia appena inventata, ma è un metodo di oltre 9000 anni che proviene dalla Georgia. “Anche i nostri nonni, che facevano il vino alla vecchia maniera, usavano un procedimento simile quando lasciavano fermentare il vino sulle bucce. Ovviamente non usavano le anfore ma grandi botti di legno. E ho trovato interessante continuare questa storia, solo che noi usiamo le anfore. Sono qualcosa d’interessante e diverso, per molte persone anche qualcosa di nuovo. Allo stesso tempo, non mi sto allontanando dal processo di produzione in sé”. Suo padre si occupava di vinificazione prima di lui. Ha fatto un buon vino invecchiato di un anno. Ma Borut Leban ha aggiornato le conoscenze, ricevute da suo padre, attraverso l’insegnamento. “Ma non esiste una vera scuola per i vini arancioni. Ottenere la propria linea in modo che i vini siano diversi dagli altri, è un’arte. Ci sono anche molte decisioni sbagliate dalle quali impari naturalmente. Oggi posso dire di essere riuscito a fare dei vini di cui vado fiero. E voglio raccontare questa storia agli ospiti che verranno a trovarci nell’ambito dei Villaggi aperti”.

Il primo vino prodotto da Borut Leban era nel 2009 di un vecchio vigneto di famiglia. Sebbene i vini abbiano un prezzo più alto a causa del processo stesso, che non utilizza composti enologici, la famiglia non vive di vini. È ancora solo una storia davanti a un bicchiere di vino pregiato, della cantina di casa. E già questa merita una visita, perché è davvero qualcosa di speciale. “Quando abbiamo iniziato a costruire la cantina dei vini, non avevamo una visione e un piano esatti di quale sarebbe stato lo stile. Doveva esserci qualcosa di appropriato per le anfore, qualcosa di vecchio. Tutto il legno che abbiamo usato ha più di 200 anni”. Sopra la cantina si trova una piscina dal design moderno, che è stata costruita alcuni anni fa. Siccome attraverso la finestrella della cantina non arrivava abbastanza luce nella parte destinata agli incontri, è stata realizzata una finestra sul soffitto, dalla quale si vede la piscina. La luce che entra nella stanza attraverso la piscina è davvero qualcosa di speciale.

Oltre alla piscina, attorno alla quale recentemente è stata realizzata una pedana con un moderno pergolato bioclimatico, intendono realizzare in futuro un edificio residenziale ancora più piccolo. Costruiscono tutto da soli, quindi anche le idee e il design esprimono il gusto dei padroni. E questo rappresenta un valore in più che la famiglia Leban offrirà agli ospiti dei Villaggi aperti.

Quest’anno hanno reimpiantato due vigneti, che promettono molto. Le uve vengono raccolte tardi, a fine settembre o inizio ottobre, cosa che a volte può essere molto rischiosa a causa del tempo, soprattutto delle piogge. “Piove e con esso viene il marciume, che non possiamo controllare perché non utilizziamo conservanti”. Oltre alla Malvasia, varietà tipica della zona, mescola nella sua cuvée anche la Rebula e Chardonnay. “Sto ancora provando, ho nuove versioni con una base di Sauvignon. Sul mercato sono presente con tre diversi vini e in cantina stanno maturando due nuove varietà, due nuove cuvée. Al momento ho una cuvée che è una miscela di Chardonnay, Rebula e Malvasia e un’altra che è un uvaggio di Sauvignon, Malvasia e Rebula. Di particolare interesse è il terzo vino rosso, che è una cuvée di Cabernet Sauvignon e Merlot.

Con l’impianto dei nuovi vigneti, la quantità aumenterà, perché c’è sempre più interesse per i vini di Leban. “Attualmente produciamo 2.500 bottiglie all’anno. La mia intenzione è di arrivare a 10.000 bottiglie in cinque anni, ma di sicuro non a 100.000!” Dice con una risata che, dal punto di vista dei grandi enologi, questa è attualmente un’attività da… garage. “La professione la definirebbe un’attività di boutique. Anche i vini non sono gli stessi ogni anno. Si differenziano per ogni vendemmia, che è il più grande fascino e il risultato del lavoro del vignaiolo e della natura”.

Questa esperienza unica è a portata di un click sul portale https://www.odprtevasi.si/it, dove potete scoprire la comodità dei Maxi, l’offerta di esperienze a contatto con gli abitanti e le attrazioni turistiche dei dintorni.

La scelta della località, prenotazione di una data libera e pagamento, sono seguiti dalla consegna del codice per l’utilizzo dell’alloggio prescelto.

All’arrivo nel Villaggio aperto, gli ospiti riceveranno una carta di vantaggi che possono utilizzare quando visitano attrazioni turistiche o ristoranti selezionati in tutta la Slovenia.

I dilettanti e gli amanti dell’esplorazione di bellezze della campagna possono uscire dai Villaggi aperti in escursioni con le biciclette elettriche con un raggio fino a 100 km.

Questi sono i Villaggi aperti. Glampyarding: un modo completamente nuovo di trascorrere le vacanze in campagna. Un’esperienza unica di vita autentica nel villaggio, in un anfiteatro naturale che offre un fascino unico d’intreccio familiare e di tradizione durante tutto l’anno in combinazione con la comodità di un alloggio moderno e sostenibile.

Offerta disponibile dal giugno 2021!

Articolo precedenteSlovenia: Glampyarding e le storie dei Villaggi aperti
Articolo successivoMadeira: Relax e coccole alla Laurea Spa del Savoy Palace
Francesca is a Strategic thinker and a visionary business leader. Marketing / Communications manager, with over 20 years of experience in partnership and business development. She has worked for leading companies such as Wind TLC, ItaliaOnline, Seat PG, Paesionline, Valica and AirBnB. Francesca teaches Marketing in several International school and Universtities (Loyola University, the Rome Study Center of Richmond American University in London, Rome Business School, etc.). She loves to create and distribute cross media format (web-social-radio). To meet the technological challenge of voice search focused in the Travel industry (her great passion), she founds Voicesearch.travel LinkedIn Profile: https://www.linkedin.com/in/barbarancia/

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here